giovedì 9 ottobre 2008

Ricordi di liceo

Aspidi men Saiôn tis agalletai, hên para thamnôi
entos amômêton kallipon ouk ethelôn;
autos d' exephugon thanatou telos: aspis ekeinê
erretô; exautês ktêsomai ou kakiô" - Arkhilokhos

Non ricordo che anno fosse, forse in 2 liceo. La professoressa ci fece imparare a memoria questo passo di Archiloco, l'inventore della poesia giambica, e ogni tanto queste poche frasi musicali mi tornano alla mente, senza motivo. C'è chi ha imparato "La donzelletta vien dalla campagna..." o "Quel ramo del Lago di Como", io ho imparato Archiloco.
E anche se in questo momento non ricordo per niente cosa significhino quei 4 versi ritmati, mi piace ricordarmi di me diciassettenne che imparo furiosamente e con orgoglio la lingua di questi pazzi furiosi che hanno fatto del Kalòs Kai Agathòs un principio di vita, un monito.
Ero tutta scuola e...scuola: non facevo molto altro a parte studiare. Ma mi piaceva e mi sentivo bene, a posto. Ogni tanto mi viene in mente e mi manca questa parte di me che si sacrificava allo studio senza sapere che c'erano mille altre cose importanti e belle da fare, fuori dalla finestra di casa. E che le avrei scoperte di lì a pochissimo tempo.
Era una ragazzina competitiva e ingenua allo stesso tempo, quella che fantasticava sul suo futuro tra i versi di Archiloco. E adesso che ci sono proprio in mezzo a questo futuro, ogni tanto non so che farmene.





Nessun commento: