lunedì 27 luglio 2009

Mi dispiace

Mi dispiace deludere le persone, è una cosa che mi addolora profondamente.
E, in questo caso, lo dico solo perchè sto deludendo i miei 4 lettori non mantenendo la promessa di un blog culinario, ma anche perchè è quello che mi sembra di vivere di fronte agli errori a cui, inevitabilmente, sono sottoposta da quando lavoro.

Mi sento una bambina di fronte agli errori: vivo le cose come a scuola o, peggio, come se fossero i miei genitori quelli che mi puniscono.
Il prossimo salto educativo che mi aspetta è riuscire a prendermi le mie responsabilità da persona adulta, e non da eterna bambina. Dal mio gergo devono uscire le parole "punizione" e "colpa"e tutta questa famiglia di significati.
Di certo, rispetto agli errori, c'è che sbaglio a pensarla così e a pensare che sia una mia responsabilità essere sempre all'altezza della situazione.
E poi io odio sbagliare, è l'altro lato della medaglia: non so sbagliare in modo costruttivo e mi costa tantissimo sbagliare.

Poi si insedia in me il percorso dannato dell'orgoglio ferito e quel senso sottile di umiliazione e di "sbagliato" (sentirsi "sbagliati", come fuori posto) che mi getta definitivamente in pasto al pensiero di essere solo quello per gli altri, di diventare quello che sbaglio.

Io divento quello che sbaglio e mi sento sotto osservazione e sbaglio ancora a catena: insomma, la vivo malissimo, davvero malissimo.
Vorrei solo trovare qualcuno che mi guidi e mi insegni a essere una persona più umile a volte e più forte in altre occasioni: è così difficile trovare qualcuno che mi insegni a portare al massimo quello che sono?
Solo quella parte bella di me, che mi fa essere un essere umano completo, una vera creatura con un pezzetto di divino dentro di me e dentro le cose che faccio.

Tutto qui. Mi manca una guida, voglio una guida che mi accompagni per un pezzo e poi mi lasci essere solo quello che sono.
Perchè mi sento incompleta, mi sento poco rappresentata dalle mie azioni di questo periodo, ogni tanto temo davvero di uscire in superficie solo per gli errori che faccio.
Gli altri si accorgono di me solo quando sbaglio, possibile? (Domanda retorica, 4 lettori, lo so).

Tutto qui, tutto qui: è una brutta serata, avevo solo bisogno di condividerla con me stessa e con voi. Chi mi conosce lo sa che poi mi passa.
Come è venuto, passa.

giovedì 2 luglio 2009

Il lavoro nobilita l'uomo

Insomma, così non si fa.
Mi sono sentita sola e abbandonata (e quanto ci piace commiserarci a noi ragazze a volte è l'unica cosa che ci tira su...)

Niente, è lavoro ragazzi. E' solo lavoro e non vale la pena di preoccuparsi per il lavoro, lo so.
Però non è giusto lo stesso far lavorare così le persone.
Domani colbacco e maglietta con il Che. Si il produttore di magliette, proprio lui.

A tempi migliori quando mi tornerà la voglia di sentirmi una giovane ragazza milanese (brivido di piacere autocommiserativo!)

Vi lascio con questo link che mi segnala il mio ragazzo http://www.wolfstep.cc/1350/aziendalismi/