domenica 13 novembre 2011

Io e te e un comodino

Ho immaginato il mio comodino: una luce, una piastrellina azzurra e un bicchiere d'acqua trasparente. Un libro, una piccola scatolina con i miei gioielli, una sveglia. Il letto bianco, il comodino di legno.
E te, dall'altra parte del letto.

martedì 1 novembre 2011

Marmellata filosofica (letteralmente marmellata)

Non è che abbia niente da dire, di particolare. Ho solo la sensazione di avere qualcosa dentro che non so bene definire e che avrebbe anche la forma di qualcosa da scrivere, ma non viene fuori per bene quasi mai. Ogni tanto mi sento come se gli anni fossero passati senza portare con sé nulla di particolare e come se anche gli anni che verranno possano non essere poi così determinanti nelle mie scoperte personali.
So con certezza che ogni singola esperienza che vivo ha a che fare con me stessa e basta, che le relazioni e rapporti che ho con le persone sono solo un filtro di quello che poi rimane in me come sedimento. Come i granelli e i semini della marmellata che ho fatto oggi pomeriggio.
Quello che mi rimane dentro, rimane punto. Filtro o non filtro.

Marmellata - filosofica - di rosa canina e corbezzoli profumata alla melissa, limone e brandy

Bacche di rosa canina e corbezzoli (forse in tutto 800 g di frutta)
300 g di zucchero di canna
Qualche foglia di melissa
Scorzetta di limone
Una spruzzata di brandy (io uso il Torres)

Lavare bene la frutta dopo averla raccolta dalla pianta con grande fatica di braccia. Se si ha pazienza (e la mia vita dimostra che io proprio non ne ho), aprire le bacche di rosa canina e togliere i semini.
Mettere la frutta in una pentola capiente, bagnare con un bicchierino di brandy, versare lo zucchero, un goccio d'acqua e la scorzetta di limone. Far cuocere a fuoco vivo e, dal bollore, far proseguire la cottura per 45 minuti. Bagnare verso la fine con un altro po' di brandy, far evaporare l'alcool e completare la cottura.
Far raffreddare un po' la marmellata, passarla al passaverdure (è un lavoraccio!), e versare in vasetti puliti. Chiudere con il tappo, procedere con la sterilizzazione. Ovvero mettere i vasetti ben chiusi in una pentola grande, ricoprire d'acqua e portare a bollore: venti minuti di bollitura renderanno la vostra marmellata resistente alle intemperie e all'usura del tempo per almeno tre anni, dice mia madre.
Il che non necessariamente vuol dire che dobbiate pensare a dove sarete e a cosa farete di qui a tre anni. Ma già che ci siete è un ottimo esercizio.