sabato 21 febbraio 2009

Uno pensa

Uno pensa di fare bene, che si impegna per qualcosa, che non vuole altro che lavorare, non fronzoli, non ricchezze, non viaggi, nemmeno regali, non vuole nient'altro che emergere e imparare e volare da solo. E poi, si ricorda.
Mi sono pagata quasi 2000 euro di tasse universitarie, l'ultimo anno: questo nessuno se lo ricorda mai. Mi dà fastidio fare i conti in tasca a mio padre ma non sarebbe carino dirmi solo "Non ti preoccupare, vuoi solo lavorare a Milano, che ci puoi fare se gli affitti costano così tanto. Ma stai tranquilla e vedrai che una soluzione si trova"?
Oppure, sono la figlia viziata che pretende troppo? Mi piace autocommiserarmi? Non lo so: chiedo troppo, sbaglio qualcosa? Siamo tutti sulla stessa barca, perché vedere subito il lato negativo delle cose?
E se mi fossi fatta di eroina? E se fossi rimasta incinta a 15 anni? Se avessi perso 4 anni di scuola chiudendomi nel peggiore mutismo adolescenziale?
Perchè non mi puoi apprezzare punto? In fondo, chiedo solo di vivere di stenti in una città, lavorando come tutti gli altri, cominciando come hanno fatto tutti.
I soldi sono sempre un problema.

giovedì 19 febbraio 2009

A volte

A volte è difficile. E' difficile concialiare cose, persone, situazioni, esigenze. A volte, invece, è necessario.
Ed è la mia più grande paura (dopo Excel e la mia imbranataggine al computer, certo) del fatto di lavorare. Mettere insieme la famiglia al lavoro, o anche metterla da parte per un attimo, cucirsi addosso dei tempi e dei modi di fare del tutto nuovi e incastrarli con la presenza nella vita di un fidanzato, di un'amica, di una nonna.
Io credo che sia abbastanza normale avere paura di deludere la gente che ci vuole bene, e che per una donna sia fatalmente più frequente vivere "divisa" tra situazioni e mansioni diverse tra loro e con pesi specifici diversi.
Ma nella mia vita ho sentito il peso di tutto questo e ogni tanto mi dimentico di come questa sia una delle cose che più mi fanno soffrire e meno mi rendono libera. Non voglio dovermi giustificare per tutto: sia che si tratti di restare in ufficio fino alle otto sia che si tratti di passare un giorno intero solo con una persona, ignorando tutto il resto del mondo. Non vorrei mai giustificarmi in generale, io. Come persona, intendo: proprio non lo sopporto. Ma, a volte, è necessario. Soffro ma serve. Altrimenti non si va da nessuna parte, se non ci si porta addosso parte di questo peso.
E adesso capisco quando è difficile essere una donna come mia madre: non ti fa pesare niente se si tratta di concentrare l'attenzione su di te. Lei è una Madre con la M maiuscola: pesante e presente allo stesso tempo, senza che tu te ne accorga. Un minuto prima non puoi fare a meno di lei, un minuto dopo quasi non ne puoi più.
Io soffro di queste cose: mi sembra di perdermi qualcosa dell'una e dell'altra cosa tra cui mi sento costretta a scegliere. Non ci si dovrebbe trovare in queste cose lo so, ma è il mio modo di amare. Non voglio censurare o limitare niente di me stessa. Ma, a volte, serve.
Sono felice ed eccitata e spaventata allo stesso tempo per le cose che mi sono successe da qui a 10 giorni fa: ma non posso dimenticare chi sono, da dove vengo e cosa ho vissuto fin'ora.
Con calma. Con calma.

mercoledì 18 febbraio 2009

Good news

Non c'è un modo soft per dirlo, per cui lo dico e basta.

MI HANNO PRESA A MILANO!!!!

Sono ancora un po' sconvolta/felice/stupita ma adesso devo attivarmi per un po' di burocrazia e per trovare una casa! Ecco, non vi offendete se non mi vedrete molto attiva in questi giorni ma prometto un aggiornamento random sullo stato di avanzamento delle cose asap.

Ce l'ho fatta!!!!!!

mercoledì 11 febbraio 2009

Però ecco

Però ecco. Mi da fastidio non controllare le cose e far scandire i tempi e i modi a qualcun altro.
Anzi, lo odio. Ma non posso farne a meno!
Sto uscendo pazza! E poi è incredibile che mi stia accorgendo di tutto: come se mi facessi squartare consapevolmente, guardando anche la scena.
Amor proprio meno due. Autolesionismo più mille.

martedì 10 febbraio 2009

Strano

Che momento strano. Credo che così strana non mi sentissi da mesi. E il bello è che non sono andata a cercarmi niente questa volta.
Paura e curiosità al tempo stesso. Più paura, onestamente. Ah, e anche la sensazione di non andare bene, di essere inadeguata per questa cosa.
Davvero non capisco perchè io a 26 anni mi domandi ancora cosa la gente ci trova in me.
Forse tutta l'autostima che credo di avere ce l'ho per altre cose: la stima che uno ha di sé può essere a compartimenti stagni? Vado bene nel fare amicizia, vado bene nello studio teorico, vado bene per ascoltare la gente, e forse non vado bene per concretizzare le cose, per stare davanti a un foglio di excel, per mettermi alla prova in qualcosa di sconosciuto dove rischio di perderci.

Che ne so. Onestamente, che ne so.

PS: tutto bene, però. Sono felice. Mi manca sempre qualcosa, ma mi sento felice.

venerdì 6 febbraio 2009

Feeling plain

Sapete quando capitano quelle giornate in cui avete una strana sensazione indefinita a metà tra l'attesa di qualcosa di bello che deve succedere, l'idea di non aver fatto tutto quello che si doveva fare durante quell'attesa e una strana ma bella percezione che le cose siano fluide, vadano lisce e che voi vi muoviate morbidi e veloci al loro interno?
Questo pomeriggio mi sento così.
E poi, e poi: comincia a scadere il tempo. Si, quel tempo in cui una persona è stata sola abbastanza a lungo da capire che da sola non le basta più. In questi giorni mi immagino le mani di un uomo, non riesco a staccarmi da questo pensiero. Anche se ancora non riesco a capire come sarò accanto a una nuova persona, in nuove situazioni, con nuovi discorsi. Non mi immagino di nuovo innamorata: sono nella fase di assenza di tensioni, non ci sono slanci particolari, o anche semplici intenzioni o idee. Plain è la parola giusta. Liscio e semplice al tempo stesso.
Forse si può tornare di nuovo liberi e innocenti dopo un po' di tempo? Una sorta di purezza da quello che hai vissuto? Io so solo che sento il cambiamento dentro di me avanzare ogni giorno: tutto si prepara a qualcosa che sta per succedere e là dentro si sta allestendo qualcosa, giorno dopo giorno.
Per adesso però, sono ancora plain.

giovedì 5 febbraio 2009

Scalpito.