sabato 31 gennaio 2009

Una settimana intensa: aggiornamento

Ho passato una settimana non impegnativa al massimo ma comunque intensa. E la prossima non è da meno.

Allora, cominciamo con martedì: sono stata a fare un colloquio a Milano: quello si che è stato molto impegnativo. Tre ore di confronto di gruppo con altri 9 brillanti candidati. Vi dico solo che una di questi ha fatto l'ultimo stage a Singapore e che nel tempo perso, aspettando di laurearsi in Ingegneria gestionale, dà una mano in laboratorio di Analisi 1 e 2. Così, per passare il tempo.
Però l'esperienza del colloquio mi è piaciuta e mi è servita a capire che forse potrei essere brava nelle risorse umane. Infatti ho cominciato a indirizzarmi anche in questo senso con le candidature.
Poi sono tornata in gran fretta a casa perchè avevo lezione di marketing: il clima è diventato molto bello, la classe si è amalgamata e sto molto bene a lezione. Oltre a essere utile, ovviamente.
Tra giovedì e venerdì un sacco di cose nel mio piccolo universo: ho ricevuto una telefonata per un altro colloquio, sempre a Milano. In questo caso sono particolarmente interessata: mi piace, mi ispira, non so, ho una sensazione positiva. Se è la stessa secondo cui mi sentivo che mi sarei laureata il 9 luglio e invece è stato il 1 luglio (primissimo giorno della sessione!), siamo messi benone, ma non importa: questo fine settimana mi studio un pochino di CRM (la mansione che andrei eventualmente a coprire sarebbe per curare un progetto di CRM!).
Ecco, poi mi hanno chiamata per un mini colloquio conoscitivo per fare la promoter di telefonia in un negozio di elettronica e casalinghi in provincia. Questo succederà mercoledì prossimo.
Quindi la mia prossima settimana sarà: domani partenza per Milano, lunedì colloquio, ritorno per lezione, martedì dal medico per il piede (si, ancora), mercoledì mini colloquio, ritorno per lezione!
Intanto ieri è arrivato un pacchettino a sorpresa! Si, avevo partecipato a uno stupido concorso per dei cosmetici e mi hanno premiato con un mini (mini davvero, sarà lungo 3 cm!) mascara! E' arrivato questo pacchetto a casa, che emozione! Come una scema ad aprirlo con foga per poi scoprire che era davvero piccolissimo. Ma che importa, giusto? E' la prima volta che ricevo qualcosa così: dicono che se partecipi a concorsi e indagini on line ne puoi ricevere di ogni. Cercherò di capire come e dove, è troppo divertente!
E poi e poi, ieri ho allestito il mio laboratorio! Siiiii! Confesso, non vi ho mai parlato della mia passione per creare cose a mano e, ultimamente, cucite a mano. Ho anche confezionato i regali di natale così: un vero successo (come una scema non li ho fotografati prima di consegnarli, accidenti!). Ad ogni modo adesso mi sono davvero appassionata e ho deciso di imparare a cucire con la macchina: ve lo immaginate? Io no, sinceramente. O, meglio, ne ho un'idea vaga da quando ho provato a fare una bustina con cerniera qualche tempo fa. Cucitura tonda, cerniera, una cosa al di sopra delle mie possibilità: e si è visto! Da lì l'idea di cucire a mano, attività che invece mi viene discretamente bene, anche se è parecchio time consuming.
Invece adesso mi sono posta degli obiettivi raggiungibili e se la mia macchina da cucire non fa le bizze, prevedo grandi soddisfazioni. Ho già in mente un portaoggetti da borsa (poi vedrete, a parole è difficile da spiegare), un portaoggetti da parete (tipo per il bagno, la cucina, non so), una serie di pochette e bustine sceme, un paio di pantaloni del pigiama (tipo americani, avete presente?), e un sacchetto porta-biancheria da viaggio. Per il pigiama e per il sacchetto ho già anche la stoffa (grazie scampoli), per le altre cose non ho proprio tutto ma credo che oggi pomeriggio mi attrezzerò per andare in un posto fichissimo che c'è sulla strada per Treviso e prenderò quello che mi manca (sostanzialmente voglio curiosare).
Mamma, tutta d'un fiato quest'ultima parte, senza false partenze: sono peggio di Berlusconi quando parla (lo sapevate che parlando non fa mai le così dette "false partenze"? Io l'ho appresa a lezione di comunicazione politica, interessante!).
Ecco, per cui non ho cucinato granché, mi spiace! Ma proprio per farmi perdonare e perchè so che siete sempre incollati al pc per conoscere nuove ricettine, vi svelo una delle mie preferite.
Non ho inventato niente, salvo il nome, che sto pensando di registrare come marchio!
Si chiamano Fagottini bontà.

Per farne almeno un 10-12, bastano questi ingredienti:

- una confezione di wurstel di pollo o tacchino da tre
- una confezione di pasta sfoglia (non surgelata, ma al banco frigo)
- un po' di senape

Si prende la pasta sfoglia e se ne ricavano delle strisce diciamo 10x3. Si fanno cuocere 2-3 minuti i wurstel in microonde a potenza media (ricordatevi di bucherellarli, prima). Si tagliano questi ultimi in cilindretti di circa 3 cm. Si spalma un po' di senape sulle striscette di sfoglia e si adagiano i cilindretti di wurstel, arrotolandoli nella pasta sfoglia. Si cuociono in forno già caldo a 180° per un 15 minuti circa, o a doratura insomma! Servire caldi con del prosecco.
Sono, appunto, una bontà: non potevano avere un nome più azzeccato non credete?
Non ho foto dimostrative: mio fratello è passato prima!

Ma vi faccio vedere come ho allestito il mio bellissimo laboratorio in mansarda: che posto favoloso!


domenica 25 gennaio 2009

Nigella's pear and chocolate pudding

Uhm, ho cambiato idea! Niente rivelazioni: mi dovrei mettere lì a pensare di impegno e oggi non sono in vena: oggi post culinario...(il blog è mio! Zitt!)
E cito questa donna favolosa. Nigella è una filosofia, con quei maglioncini così inglesi e quel modo sexy e morbido di preparare anche due frittelle. La cucina è femmina con lei, fatemelo dire.

Chocolate pear pudding

Ingredienti:
2 barattoli di pere in sciroppo (meglio se in succo)
125 g di farina
125 g di zucchero
25 g di cacao in polvere
1 cucchiaino da té di lievito chimico
1/2 cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini da té di estratto di vaniglia
2 uova
150 g di burro non salato
gocce di cioccolato amaro

Prendere una teglia quadrata da circa 23 cm di lato. Disporre le pere scolate dallo sciroppo con il dorso verso l'alto. Accendere il forno a 200°, statico.
Mettere nel frullatore la farina, lo zucchero, il cacao in polvere, il lievito e il bicarbonato, dare una prima velocissima girata. Versarvi il burro semisciolto in microonde, le uova, la vaniglia, far andare il frullatore fino ad amalgamare bene gli ingredienti. Da ultimo versare una manciatina di gocce di cioccolato e girare per un attimo.
Versare il composto sulle pere aiutandosi con una bellissima paletta di silicone (uau!) senza badare tanto alla precisione: poi cuocendo l'impasto si insinuerà dolcemente tra i frutti. Spargere sopra ancora qualche goccia di cioccolato.
Mettere in forno caldo e cuocere per 25-30 minuti, abbassando il calore a 180° dopo i primi 20 minuti. Servire tiepido con gelato alla panna o alla vaniglia.
A tavola c'è stata la standing ovation :)

venerdì 23 gennaio 2009

Anticipazioni e misteri

Ho bisogno di parlare di una cosa che ho un po' nascosto. Non riguarda l'amore, non riguarda l'amicizia, non riguarda cose struggenti sul mio passato. Né, tantomeno, riguarda la cucina.
Ma vorrei metterlo nero su bianco. Credo mi faccia bene. Voi che dite? Ormai lo avete capito che non so stare al mondo senza svuotare testa e cuore dai pensieri.
Lo scopriremo domani.

Buonanotte!

mercoledì 21 gennaio 2009

Il Karma femminista

Ieri sera sono stata a lezione di Marketing. O, meglio, a lezione di pari opportunità.
Il corso di marketing che sto seguendo prevede tre ore di lezione sulle pari opportunità imposte dalla Regione Friuli (a sua volta obbligata dal Fondo Sociale Europeo). E fin qui, tutto bene.
Dici, almeno ti informi bene su come funziona la legislazione, i provvedimenti, i decreti: io sono quella diligente, seguo il più possibile, sorrido, prendo appunti. La docente è, manco a dirlo, una donna.
Cominciano a venire fuori lucidi con un bell'elenco di leggi: bene!
Prendiamo appunti, cerchiamo di capire come vanno le cose nel nostro paese, ah si, il decreto dell'87, e il trattato CEE, le commissioni, il mobbing, echevergogna30%inmenodellostipendio, la Pollastrini ne sa insomma, la Carfagna ha studiato, e sensibilizziamo, e gli asili che mancano, e la violenza sulle donne e adesso che ci sono i piumoni il letto si rifà in un attimo e tutto il kit pronto di stereotipi. Strano che non avesse dei lucidi su come sgridare il marito furbetto che non sa lavare i vetri.
Tempo speso sulle leggi e lo stato dell'arte in Italia: 15 minuti netti. Tempo speso a parlare di piumoni e pulizie: 1 ora.
Poi, il dibattito. E lei confessa: candidata alle comunali nelle ultime elezioni. 800 voti. Lista Sono donna Scelgo donna. SONO DONNA SCELGO DONNA????

Il succo del discorso è stato: il problema delle pari opportunità si risolve se le donne votano le candidate donne le quali, una volta al potere, possono proporre misure e leggi a favore della categoria e facilitare l'aumento della presenza femminile in politica, nel mondo del lavoro e così via. Un circolo virtuoso tutto al femminile, insomma. Un gineceo della virtù politica.
Ora, io mi ritengo una persona intelligente, sensibile, rispettosa. Poi, forse, mi ricordo che sono anche una donna (sempre che la situazione baffi sia stata sistemata di recente). Se dovessimo ragionare privilegiando il genere e non la competenza o l'impegno e la serietà politica, non sarebbe come fare della segregazione al contrario? Privilegiare una candidata donna solo perchè (e cito testuale) "se una donna si candida si è anche preparata perchè è mediamente più seria, è laureata" non vi pare fare lo stesso gioco di quelli che votano un uomo perchè è un uomo?
Forse, e dico forse, se le persone fossero individui e non portatori sani di cromosomi X o Y e fossero valutate indipentemente dal sesso (ma anche dall'età, è la stessa cosa) troveremmo più facile affrontare la questione delle pari opportunità.
E poi, anche se fosse, trovate giusto che una donna sia considerata mediamente più onesta e preparata di un uomo? Non è lo stesso una contraddizione? Perchè per forza devo essere considerata la prima della classe perchè sono una donna?
Io sono una donna e voglio poter essere impreparata, disonesta e arrivista come lo sono liberamente altri esseri umani, donne o uomini che siano. E' una questione di libertà e di autoaffermazione, non di genere.

Me ne vado da lezione con la netta sensazione che si sia trattato di un evento sfortunato, prodotto da una scelta leggera del docente: tre ore di indottrinamento che mi hanno ricordato che per fortuna ho una mia testa (sono una donna, giusto? E' per quello.)
Le ex femministe sono spesso così e non posso farne loro una colpa. Quei paraocchi vengono da anni di lotte e dibattiti senza i quali, forse, non avrei la stessa libertà sessuale che ho, lo stesso desiderio di affermazione professionale, la stessa sensazione di potercela fare anche senza un uomo al mio fianco. Forse le stesse leggi sul divorzio e sull'aborto non ci sarebbero state: si è trattato di un clima culturale, di una rivoluzione sociale senza precedenti.
Ma mi lascia una sensazione amara sapere che c'è chi va ancora predicando che le donne vanno votate e sostenute perchè sono donne e non perchè si sono guadagnate il mio voto e il mio sostegno.

Morale della favola, tutta presa dai miei pensieri, tornando a casa ho forato: una maledetta buca mi ha squarciato la gomma anteriore destra.
E io che ho fatto? Ho chiamato mio padre e mio fratello in preda al panico: se non è karma femminista questo...


venerdì 16 gennaio 2009

Questa proprio mi mancava

Ormai rido :)

Stage in ambito cane/gatto


Comunque il senso del post è per farvi capire in cosa sono immersa dalla testa ai piedi. Per la serie Monster è tutta la mia vita.
Ma ce la faremo!

Buon week end a tutti (soprattutto cani e gatti).

giovedì 15 gennaio 2009

Voglio un cambiamento

Voglio finire un periodo e iniziarne un altro, tutto nuovo, come un quaderno e una matita appuntita (di quelle arancioni con il gommino, belle!).
Mi serve un'occasione, una possibilità, uno spunto per esplorare qualcosa di me stessa che non conosco. E non accorgermi sempre delle stesse cose. Voglio una prova, una sfida, un passo a due, un voto, uno schiaffo. Qualcosa per cambiare!
Perchè così mi sembra proprio di buttare via il mio tempo e le mie energie e mi sembra di vedere sempre le stesse cose, le stesse persone, accorgermi che sono sempre ferma lì allo stesso punto e ho solo girato in tondo.


Voglio poter farmi male, ma perchè l'ho scelto io.

martedì 13 gennaio 2009

Pensieri a letto

Sono bloccata a letto per una stupida ma dolorosa distorsione al piede. L'inattività coatta, si sa, porta a non avere molte distrazioni, a restare fermi per molte ore, a riflettere.
E' tutto il giorno che penso al disordine e allo sporco metaforico di questa stanza e lo assimilo al disordine che mi sento dentro. In sostanza fatico a capire quale sia il mio obiettivo adesso: è più o meno quello che ho addosso da dopo la laurea ma racchiude in sé molte sfumature, molti aspetti.
Un anno e mezzo fa sono rimasta sola dopo diversi anni di vita di coppia e questa cosa temo di non averla ancora superata del tutto. Mi rendo conto che da lì ho assimilato la prima nozione di quello che avvicinavo di più al concetto di stare in coppia e, forse, la verità è che devo impararlo di nuovo perchè non mi ha fatto molto bene. Recentemente ho deciso di incolpare totalmente lui di come mi ha cresciuta affettivamente (freudiani del caso, fatevi avanti) e la cosa non va oltre questo ragionamento. Non è liberatorio, non è autocritico, non è nulla.
Racconto questa triste storiella da zitella incallita perchè sono molto felice di piangermi addosso, certo, ma anche perchè mi ricorda che tendo a non affrontare mai per bene le cose, resto sempre in superficie, gustando un po' di questo e un po' di quello, non prendendo una posizione, non imponendomi mai una linea da seguire, un'identità momentaneamente definitiva, almeno un autunno/inverno, una primavera/estate.
Io sono così, rimango in superficie, non cerco di cementare i rapporti (se muoiono non sarà mica solo per colpa mia, no?), non ho un armadio curato e definito di accoppiamenti ben studiati, di mise, di scenari testati. E più di ogni altra cosa, mi impegno molto poco quasi per tutto.
Eppure ogni volta che la mia mente ha l'occasione di tornarci, sente insofferenza e insoddisfazione per come sono fatta. E mi domando, le persone possono cambiare? Possono addormentarsi senza la sottile inquietudine di non aver fatto quello che dovevano fare?
Oggi, la mia mente e il mio piede fasciato mi ricordano ancora una volta che non ho un progetto per santificare, come dovrei, questa parte di letto in questa parte di vita.

Buonanotte

giovedì 8 gennaio 2009

La crostata del ritorno (all'albicocca)

Torno con una ricetta dolce, per cominciare bene (e per diluire le disgrazie che posterò di qui in poi, come promesso).

Quest'anno ho deciso che, se cucinerò, mi produrrò in ricette tradizionali e semplici: l'obiettivo è saper fare poche cose ma molto bene. La crostata, le lasagne, il pollo arrosto, cose classiche e intramontabili come il tubino nero o il filo di perle (che ovviamente non porterei mai).
Ma, si sa, con il cibo la questione è diversa e la frolla è una di quelle cose che ogni donna deve saper indossare o fare (si, è contemplata anche la capacità di comprarla al supermercato, ovvio).
Il mio testo di riferimento è stato Il talismano della felicità di Ada Boni, un superclassico che a casa mia è legge, bibbia, la wikipedia della cucina.

Quindi per pasta frolla per 6 persone, gli ingedienti necessari sono:

-200 g di farina
- 100 g di zucchero bianco
-100 g di burro freddo
- pizzico di sale
-buccia di limone

E' davvero semplice se, come me, buttate tutto nel frullatore e lasciate le lame lavorare per voi con la loro fredda efficienza. Così il burro non si scioglierà e Ada non si rivolterà nella tomba: si dice infatti che le donnine deboli e facili ai mancamenti, quelle che hanno le mani sempre fredde quindi, siano candidate migliori per produrre una buona frolla. Io ho le mani fredde molto spesso ma sono anche molto pigra, per cui evviva frullatore.
Fatto ciò ho lavorato molto velocemente l'impasto sbricioloso sul piano di lavoro, l'ho compattato in una palla e l'ho riposto nella pellicola trasparente e quindi in frigo per almeno 30, lunghissimi, minuti.
Ho ovviamente assaggiato l'impasto crudo. Mmmhhh.
Passati i 30 minuti, ho acceso il forno a 200° (ricordate: statico per i lievitati, ventilato per le altre cose. Oppure ventilato per le cose umide) e ho lavorato la frolla in un disco per il fondo della crostata. Dopo aver fatto un vero casino cercando di tagliare pezzi di carta da forno ah hoc, ho semplicemente piazzato un grosso rettangolo di carta sulla tortiera tonda e adattato l'impasto: un cerchio sottile sotto e poi dei bigoloni lunghi per i bordi.
Coi rebbi (che avventura stupenda l'italiano!) di una forchetta ho dentellato i bordi della crostata e bucherellato il fondo. Ho ricoperto di marmellata di albicocche specifica per crostate e infine ho ricoperto con strisce di frolla oblique.
Chi mi regala un dentellatore (quelle rotelle che tagliano a zig zag per capirci) avrà crostate-premio in fornitura random.

Con un piccolo rimasuglio di frolla ho prodotto una crostatina, fotografata vicino ai ciclamini di mia madre per puro gusto estetico.


Quanto alle disgrazie, aspetto notizie per un bellissimo stage a Milano: mi piacerebbe andarci, mi piacerebbe vivere di nuovo fuori, mi piacerebbe stare più vicino a Betta, mi piacerebbe imparare soprattutto.
Credo che sia il momento: non importa se sono pronta o non sono pronta, per troppo tempo mi sono lasciata andare a non pensare al lavoro, allo studio, all'impegno.
E quella parte di me mi piaceva, soprattutto perchè mi faceva sentire bene, in ordine, come se facessi la mia parte per qualcosa. E soprattutto perchè dipendeva solo da me essere brava, far andare bene le cose, produrre qualcosa di sensato per me stessa.
Mi sono pronunciata: adesso karma fai il tuo corso, please.


Baci a tutti